Almeno tu nell’universo

Insomma in questo periodo tutti a chiedermi se scrivo, perché non scrivo, quando scrivo, cosa scrivo.

Ma scrivi?

Non so bene perché, se emano qualche aura strana (come più o meno ha affermato una delle persone di cui sopra, più o meno testualmente: era evidente fin dall’inizio, che tu sei una che scrive. Ce l’avevi addosso.), o cosa, ma insomma c’è questo fatto che la gente mi chiede se scrivo.

ce l'ho scritto addosso
ce l’ho addosso

Che poi scrivo pochissimo e non so se sarei in grado di farlo per bene, e soprattutto l’idea di produrre una cosa che poi fa cagare e la gente che mi ha chiesto se scrivo inizia a evitarmi come se avessi una piantagione di spinaci nei denti pur di non dirmi la sua opinione, ecco, tutta questa paranoissima è un notevole ostacolo. Ma come fanno quelli che scrivono a superare la questione?
Veramente, Quelli Che Scrivono, come fate? Se penso a metter giù due righe mi piglia male.

estremamente esemplificativo
estremamente esemplificativo

 

Però oggi c’è veramente stato un momento in cui ho pensato OK L’UNIVERSO STA CERCANDO DI DIRMI QUALCOSA.

Apro la posta stamattina e ci trovo la mail di un Matt con un indirizzo tipo “bookeditor@qualcosa.com”.

oggetto: comments on your writing.

Questo è il testo:

 Please see the attached, Silvia…  Thank you! :-)
Have a wonderful 10 days ‘til we meet again!
Cheers, …

E io alle sei e mezzo di mattina apro pure il testo senza pensare che potrebbe essere una qualsiasi truffa (poi cambio password alla posta, vabbè) e leggo una roba super zen sul sole che riempie l’anima e citazioni di Gandhi, quindi rispondo: Hi, that’s not mine.

Non avevo tempo per spiegare tutta la situazione, dovevo correre a lavoro e smaltire l’hangover della serata di ieri in cui dovevo tornare a casa presto poi mi perdo il cellulare e lo ritrovo in un modo che fortunoso è dire poco. Quindi ho scritto solo che quella roba non era mia, e me ne sono andata a prendere l’autobus.
Dopo un po’ chiaramente mi arriva una risposta (chiaramente?):

What do you mean, “That’s not mine.”?

I checked just now and see that what I sent you back is a
document with my comments on your last writing sample.
Isn’t it? Please clarify.

Thanks so much!

Poverino comunque, gli avrò mandato in pappa il cervello. Alla fine ho risposto sul serio, spiegando che non sono iscritta a nessun corso di scrittura creativa e sicuramente ci sarà stato un errore di indirizzo email, e il tipo mi ha detto che effettivamente nel suo corso chissà dove c’è una che si chiama come me e fa il suo corso di scrittura creativa.

Ora. Dico io. Che devo pensare? Robbie Bresnznfszy non dice niente al riguardo?

8 pensieri su “Almeno tu nell’universo

  1. Robbone direbbe che devi imparare a cavalcare le onde della sincronicità e collezionare coincidenze significative, che il finire del 2015 potrebbe essere il momento d’oro della tua creatività, un periodo in cui esplorare e potenziare l’originalità della tua fantasia, e che devi inseguire questo obiettivo con la dedizione di un monaco e il rigore di un guerriero.

    Io invece dico che quello di Grant Snider è il poster della vita. ;D

      1. Ah, non te l’avevo detto? ;-)
        Daje con la scrittura! (Disse la regina di chi predica bene e razzola male)

  2. A vedello così, pare che addosso c’hai LA MALORA.
    Non volevi dire questo, vero?
    Il caldo fa male. Quando farà più fresco e ci vedremo, farò SQUEEEEEEEEEEE per il libro che mi hai prestato. E comunque, lo abbiamo notato insieme che le robe riscritte sono meglio di una prima stesura (ciao, sono un pianista e ho i superpoteri!), quindi anche io penso che Gandhi volesse dirti qualcosa. ♥

  3. L’immagine dell’Inferiority Complex mi ha stesa. Comunque è normalissimo che quello che scrivi sul momento magari ti faccia sentire bene (l’atto creativo in sè, intendo) e subito dopo diventi una creatura aliena e ti faccia cagare. Sarebbe peggio se non fosse così, perchè quello è l’unico modo per migliorare.
    Non so se ti saranno utili come consigli, ma se io ho imparato qualcosa in questi ultimi anni è che:
    1) la prima versione di qualunque libro fa altamente cagare. Plot holes ovunque, scrittura mediocre, personaggi banalotti e bidimensionali, clichè a tonnellate. Le prime cose che butti giù sono un istintivo scimmiottamento di quelle che conosci meglio e che vedi/leggi più spesso, ergo superficiali e ritrite.
    2) Il difficile sta nel chiamare questa prima robaccia col suo nome, e poi superare il disgusto e continuare a scrivere e riscrivere e riscrivere finchè non migliora.
    3) Non fare leggere a nessuno questa robaccia finchè è robaccia. Perchè gli amici, i parenti, i beta readers fidati, per quanto ti vogliano bene, faranno quella faccia da spinaci tra i denti che tanto temi, e tu ti rassegnerai al fatto che sei pessima, non scriverai mai niente di decente e avresti dovuto iscriverti a medicina all’università come voleva tuo padre.
    4) Ci vogliono ALMENO 4 stesure della stessa cosa perchè questa risulti abbastanza decente da essere letta da altri esseri umani.
    5) Leggi tanti libri belli e ben scritti e di successo nel genere in cui ti interessa scrivere.
    6) Leggi anche libri brutti e di successo nel genere in cui ti interessa scrivere. Perchè nel momento in cui realizzi che “no scusa questa schifezza è stata pubblicata e la gente la adora e io mi faccio problemi?? ma sticazzi”, la motivazione mette il turbo. Per me è stato così (cito testualmente me stessa 3 anni fa: “MA CHE CAGATA DI LIBRO E’?? MA SERIAMENTE PIACE? E CI FANNO PURE 3 FILM? LA PREMESSA NON HA UN BRICIOLO DI SENSO E LA PROTAGONISTA E’ UN’EGOISTA SOCIOPATICA! MA VAFFANCULO VAH”)

    Scusa la lunghezza del commento, ma “sharing is caring”, vedila così :D

    ps. il bizzarro episodio dell’email è fantastico e si, prendilo come una spintarella da parte dell’universo, che male non fa.

    1. Grant Snider è fantastico. Avevo questa immagine salvata da una vita, sapevo che prima o poi mi sarebbe servita :D

      (del libro di cui non troppo sottilmente parli abbiamo già discusso, e sono d’accordo, è una cagata – ma se stasera lo trovo sappi che guarderò il secondo episodio della se-ehm, saga)

      per il resto, grazie:
      tra i buoni propositi c’è di leggere più straniera e meno italiana
      e anche più saggistica, perché mi sento priva di appigli teorici.

      e grazie anche per tutti gli altri punti del papello, non ti rispondo a ognuna ma sappi che apprezzo!

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